L’architettura è donna

L’otto marzo si celebra la Festa Internazionale della Donna: l’hastag ufficiale scelto è #Beboldforchange, che può essere interpretato come cercare sempre di buttare il cuore oltre l’ostacolo, senza aver paura di osare e, se serve, anche di cambiare. Anche noi abbiamo deciso di festeggiare la Festa della Donna a modo nostro, e abbiamo scelto quattro architetti (e quindi quattro modi diversi di interpretare l’architettura) che, per noi, rappresentano un vero e proprio esempio da seguire.

Zaha Hadid, il primo architetto a vincere il premio Pritzker

Nata a Baghdad, in Iraq, nel 1950, si è formata a Beirut prima di trasferirsi a Londra, dove ha vissuto molti anni. E’ stata la prima donna a vincere nel 2004 il premio Pritzker, il più importante riconoscimento internazionale nel campo dell’architettura, oltre a essere stata la prima a ricevere la medaglia d’oro del Royal Institute of British Architects.

A noi piace perchè…ha uno stile fluido, leggero, che vuole ricordare le forme naturali con le sue curve e le sue forme. Zaha Hadid ha spesso impiegato nelle sue opere materiali come vetro, acciaio, plastica, titanio e si è sempre interessata all’utilizzo delle nuove tecnologie applicate all’architettura.

L'architettura del Maxxi a Roma progettato da Zaha Hadid

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Gae Aulenti, la regina dell’architettura italiana 

L’architettura è un mestiere da uomini, ma ho sempre fatto finta di nulla

è la frase che viene più ricordata della nostra pioniera dell’architettura. Gae Aulenti inizia la sua carriera con Ernesto Nathan Rogers, ma il vero e proprio trampolino di lancio è arrivato grazie alla collaborazione con Olivetti e la progettazione dei suoi showroom. Architetto, designer, urbanista, e scenografa, ha ricevuto nel 2012 il premio alla carriera da Massimiliano Fuksas, in occasione della Triennale d’arte di Milano.

A noi piace perchè…vedeva l’architettura in stretta relazione con l’ambiente urbano in cui erano inserite, che l’ha portata allo studio opere che diventassero un tutt’uno con il paesaggio circostante.

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Odile Decq, dall’architettura al design

Nata nel 1955, è un architetto francese, premiata con il Leone d’oro, Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres, direttore della École spéciale d’architecture di Parigi e Chevalier de la Légion d’Honneur. Ha iniziato a diventare famosa quando nel 1980 si è associata con l’architetto Benoît Cornette e ha creato insieme a lui lo studio ODBC (dalle iniziali dei due architetti).

A noi piace perchè… cerca di utilizzare i materiali in modo estremamente semplice, il che significa porre un’estrema attenzione e una costante ricerca ai processi e all’innovazione tecnologica.

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Kazuyo Sejima, primo direttore donna della Biennale di Venezia

Architetto giapponese nata nel 1956, è tra i principali protagonisti dell’architettura nipponica, giocata sempre tra innovazione e tradizione millenaria. Kazuyo Sejima ha collaborato con gli studi più importanti in Giappone, in Europa e negli Stati Uniti. Nel 2010, è stata nominata Direttore per il settore Architettura della Biennale di Venezia, ruolo affidato per la prima volta a una donna. Nello stesso anno, ha inoltre vinto il Premio Pritzker.

A noi piace perchè… la sua architettura ha su di noi un grande fascino grazie all’impatto che gioca sulle trasparenze e sull’immaterialità, tanto che le sue opere sono spesso definite come riflettenti, metalliche, trasparenti, bianche, incorporee.

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Credits immagine di copertina | ilpost.it

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